OH OH wurstel e patatine! - Capitolo II

Fotografia di wurstel e patatine

La notte avrà portato consiglio a Valentina? La smetterà di fare capricci con il cibo?
Lo scoprirete solo leggendo.

E noi ci diamo appuntamenti alla prossima puntata.
Enza Emira


02. "Evviva ho vinto!"
Quando suona la sveglia mi sembra di tornare dall'oltretomba.
Gli occhi fanno fatica ad aprirsi.
 La mamma mi chiama dalla cucina.
“Valentina, sbrigati che altrimenti fai tardi e perdi lo scuolabus”.
Sbadiglio e mi accorgo che mi fa male lo stomaco.
Forte.
Forte.
È fame.
Ho saltato la cena per via della ratatouille alla mia maniera e adesso mi si rigirano tutte le budella.
Mi sento morire.
Dannazione.
Poi il naso mi si attiva e le narici si dilatano.
Gnam gnam, c'è un profumino di qualcosa di buono che viene dalla cucina.
Mi butto giù dal letto e mi precipito a vedere.
La mamma è impegnata davanti ai fornelli e mi invita a sedermi.
“Dopo quello che è successo ieri” mi dice con tono calmo “io e papà siamo d'accordo che sia tu a decidere quello che vuoi mangiare...”.
Sgrano gli occhi, non credo alle mie orecchie: mmmh qualcosa mi puzza.
Provo a scusarmi, a spiegare.
“No, niente spiegazioni. Hai ragione” mi fa girando la roba che sfrigola in padella. Poi prende un piatto dalla credenza e ci versa dentro quello che stava cucinando.
“Ecco e buon appetito. Avrai fame dopo il digiuno di questa notte, no?” mi fa sorridendo.
Cavolo, sono wurstel e patatine fritte, il mio piatto preferito.
Grazie mamma, grazie papà questa sì che è una colazione.

“Valentina, che hai oggi come merenda?” mi chiede Marta, la mia superamica nonché compagna di banco dai ricci indistricabili.
Apro il mio panino avvolto nella carta argentata e imbottito di wurstel e patatine. Mamma ci ha messo anche un bel po' di ketchup.
Lo mostro soddisfatta.
 “Non ci posso credere” mi fa Marta sbalordita “Com'è che non hai la solita frutta tagliata a pezzettini?”.
Le spiego come è andata, sì insomma la sfuriata dopo la sbobba.
Mi guarda con ammirazione: “È fantastico” mi fa cercando di lisciarsi i capelli.
 “Cosa?” le chiedo per farmi un po' elogiare.
E Marta puntuale non mi delude: “Sei stata davvero in gamba. Almeno tu ce l'hai fatta. Io tutte le mattine mi becco la predica da mia madre sul latte, il calcio e le ossa forti. E me la farà fino alla morte, me lo sento. Tanto non riesco a dirle di no; alla fine me lo bevo sempre quel maledetto latte”. Tira un po' di più i capelli e chiude gli occhi.
“Ehi, ti va di dividere il panino con me?” le dico.
Marta in un istante molla il pacchetto di crackers che sua madre le ha messo nello zaino e mi abbraccia contenta.
Non pensavo che una merenda potesse rivelarsi così buona.

Quando torno a casa, la tavola è già apparecchiata e Antonia, la tata, sta scodellando nel piatto di Claudio delle pennette con il pomodoro.
La nostra babysitter ci conosce da quando eravamo piccoli e sa che cosa ci piace mangiare.
“Ottimo, pastasciutta” gorgheggia mio fratello.
“Valentina, vatti a lavare le mani e vieni che è pronto” mi ordina Antonia sistemando accanto ai piatti le posate che Claudio ha spostato per creare un po' di scompiglio e farla un po' disperare. L'acqua del rubinetto è gelata ma quasi non me ne accorgo.
Voglio correre al mio posto e papparmi la pasta con la salsa.
Volo a tavola, chiudo gli occhi e ficco il naso nel mio piatto per sentirne il profumo.
 L'odore però non sa di sugo ma di fritto.
Oh cavolo, ancora wurstel e patatine. Sogno o son desta?
“Tua madre dice che sei grande e puoi mangiare quello che vuoi. Io non lo capisco ma è lei la padrona” mi dice tata un po' brontolando “dovresti mangiare frutta e verdura a iosa non certe schifezze che fanno venire i brufoli e rovinano il fegato”.
Io rido felice e azzanno il mio salsicciotto  mentre Claudio assiste al mio pranzo livido in volto.
A lui dopo la pasta sono toccate le cicorie all'agro.
E così il pranzo gli è andato tutto storto.

Il pomeriggio di studi va un po' a rilento.
Calcolo che fino ad adesso ho mangiato otto salsicciotti e mezzo chilo di patate.
Sbadiglio a bocca larga.
Sento lo stomaco teso come un tamburo.
Non sarà mica il ketchup ad avermi appesantito la digestione?
Quasi vedo doppio.
I verbi si incrociano davanti agli occhi e patapumfete mi addormento sui libri.
Mi sveglia Claudio che un po' ridendo e un po' arrabbiato mi dice che a lui stasera tocca pasta con il cavolfiore.
Sorrido al pensiero che invece a me sarà messo davanti il piatto più buono della terra.
“Quando sarai grande come me…” gli dico soddisfatta.
“Mmmmh” mi risponde con sguardo perplesso.
Quando fa l'intelligentone così, con l'aria di chi la sa lunga, mi fa infuriare.
Lo caccio di stanza e mi metto a studiare intensamente per recuperare il tempo perso con il sonnellino.
Finisco giusto in tempo per quando mia madre spadella le patate e le versa nel mio piatto.
Questa cena mi mette un'allegria incredibile.
Pancia mia fatti capanna!

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