La mensa (racconto breve da 1 minuto)

Taglia la cotoletta in strisce sottili la donna che siede al tavolo accanto alla cassa della mensa. La taglia fissando l’amica che le è di fronte. Lo fa con una forza che non si addice ai suoi lineamenti delicati.
Sorride all’amica e annuisce a quello che lei racconta ma si vede lontano un miglio che ha la testa altrove. Fissa oltre il capo di quella amica chiacchierina che usa come paravento. Fissa la fila di lavoratori con il loro vassoio.
Cerca qualcuno, è chiaro.
Tossisce e si passa il tovagliolo di carta riciclata sulle labbra, c’è qualcosa che la sta disturbando oltre ogni modo. E non è la ragazza di fronte che continua a parlare.
Un uomo con un lungo cappotto nero le sta passando accanto. Se ne sentiva l’odore di legno di sandalo prima ancora che arrivasse alla vista. I loro sguardi si incrociano e lei si sente a disagio perché l’odore dei loro corpi si fa più intenso.
Anche l’amica se ne accorge. “Chi è quello?” le chiede. La donna lascia le sue sottili strisce di cotoletta e rossa sulle gote scuote la testa: “Non ne ho idea, giuro”.
È sincera, si vede dalle sue labbra morbide mentre articolano le parole.
Poi abbassa la testa e rimesta la forchetta tra i pezzi di carne. “È solo un’emozione, solo un’emozione” ripete a bassa voce, ma i suoi occhi già sfavillano di desiderio.

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