La famiglia allargata di Cappuccetto


Come parlare ai bambini delle "famiglie allargate"?
La famiglia allargata, o ricostruita, nasce quando “due persone adulte formano un nuovo nucleo familiare, in cui uno di loro o ambedue portano un bambino avuto da una precedente relazione” , ad esempio dopo un divorzio o la morte di uno dei genitori, e per farla breve breve ci si ritrova con tanti nonni, tanti zii, tanti genitori.

Un modo divertente ve lo lo fornisce questa fiaba, una rilettura del terzo millennio della fiaba di Cappuccetto Rosso.

Vi auguro quindi una buona lettura e vi ricordo che, se lo desiderate, mi potete mandare i vostri disegni.
Ciao!
Enza Emira


Quella mattina Lupo stava rileggendo i passaggi fondamentali del “Manuale del lupo cattivo”. E tutto sommato non gli sembrava difficile diventare un lupo cattivo:
a) doveva incontrare nel bosco Cappuccetto Rosso;
b) doveva mangiare la nonna di Cappuccetto;
c) doveva mangiare Cappuccetto;
d) doveva, infine, scontrarsi con il temibile Cacciatore.
Tutti i suoi antenati, compresi il papà e il nonno, erano stati lupi cattivi, ora toccava anche a lui.
Bisognava tenere alto l’onore della famiglia e Lupo credeva molto nell’onore della famiglia.
Perciò, ripassati i punti fondamentali, si diede una lisciata al pelo e si avviò verso il bosco.

Arrivato nel cuore del bosco si sedette sotto una quercia ad attendere Cappuccetto Rosso, la piccola bambina dalle trecce d’oro conosciuta da tutti per la sua mantellina rossa. Qualche ora dopo vide arrivare una ragazzina magra con indosso un paio di jeans, delle scarpe da ginnastica, uno zaino e una felpa rossa con cappuccio. Lupo si stupì: Cappuccetto non era descritta così nel suo manuale, ma era pur vero che il suo manuale era un po’ vecchiotto.
La moda cambia” si disse Lupo e s’avviò incontro alla bambina.
Ciao, bella bambina!” le disse con voce mielosa.
La piccola sgranò gli occhi, allargò le braccia e con una rapida mossa di karatè saltò addosso a Lupo.
Chi sei?” chiese, fissando Lupo steso a terra sotto i suoi piedi. “Un pedofilo?” aggiunse.
No” farfugliò Lupo molto atterrito.
Un terrorista?
No
Allora forse sei un uomo politico?
No, sssono un lupo” biascicò Lupo.
Oh” si meravigliò la ragazza e, aiutandolo a rialzarsi “Scusami, ma di questi tempi una bambina come me deve stare in guardia, sapersi difendere. Non sai mai chi puoi incontrare nel bosco. Comunque io sono Cappuccetto Rosso” e gli strinse la zampa.
Io sono Lupo, piacere”.
Che ci fai qui?” gli chiese Cappuccetto.
Aspetto un amico e tu?” rispose Lupo.
Io sto andando a trovare i nonni”.
Ah, brava bambina – chiosò Lupo – la mamma ha preparato la merenda e tu gliela stai portando. Ce l’hai nello zaino?
Ma no, figurati! Ho ordinato tutto al McDonald’s, glielo consegnano tra mezz’ora e io li raggiungo a casa. Ho preso cheeseburger per tutti, tranne che per nonna Emma che è vegetariana. Per lei l’insalata”.
Per tutti? – s’allarmò Lupo – ma quanti siete?
Oh, vediamo: c’è nonno Giacomo e nonna Letizia, poi nonno Antonio e la sua seconda moglie nonna Donatella, nonna Emma e il suo fidanzato nonno Egidio” disse Cappuccetto raccogliendo tutte le margherite del prato ai piedi della quercia.


Due, tre, quattro – Lupo si mise a contare pigiando una zampa sul naso - Hai sei nonni? Non è possibile!
E invece è possibile, possibilissimo visto che mamma e papà sono separati. Siamo una famiglia allargata. Anzi, per la precisione, ho otto nonni ma nonno Paride e nonna Rita, i genitori del nuovo fidanzato di mamma, vivono in città ed io li vedo raramente. Nonno Giacomo e nonna Letizia sono papà e mamma del mio papà. Nonno Antonio e nonna Emma della mia mamma. Ma anche nonno Antonio e nonna Emma hanno divorziato e allora... Hai capito?
Lupo cercò di tenere a mente tutto ma era un po’ disorientato. C’erano più nonni del previsto. Però questo, in fin dei conti, non era un male per un lupo cattivo. Si sarebbe fatto una scorpacciata memorabile.
Intanto Cappuccetto stava legando le margherite raccolte con un bel nastro bianco.
Che cara – esclamò Lupo – porti i fiori alle nonne?
Macché sei scemo? Il fioraio sotto casa mi dà cinque euro a mazzetto. Ho calcolato che ce ne vogliono quasi quaranta e poi mi comprò la playstation. Quella portatile che si vedono pure i film”.

Lasciata la bambina a raccogliere margherite, Lupo si diresse rapidamente verso la casa dei nonni di Cappuccetto. Erano tre villette contigue. Tutte e tre uguali, con i tetti spioventi e i giardini pieni di rose.
Il lupo bussò alla porta della prima casa.
TOC TOC
Gli aprì nonno Giacomo.
Oh, salve” disse nonno Giacomo e prima che Lupo potesse aprire la bocca lo trascinò dentro in salotto. Sul divano c’era nonna Letizia che guardava la tv.
Venite – gridò – c’è la domanda da cinquecentomila euro. Che emozione!”.
Di che colore era il cavallo bianco di Garibaldi? – gracchiò il presentatore televisivo – a) bianco, b) rosso c) nero d) marrone. Rifletta prima di rispondere
I nonni e Lupo si guardarono.
Rosso, rosso” suggerì alla tv nonna Letizia.
Nero, Nero” le fece eco nonno Giacomo.
Rosso, io dico
Io dico nero
Rosso
Nero
Rosso
Nero”. I due incominciarono a innervosirsi.
Lei che dice?” chiese un po’ stizzita nonna Letizia a Lupo.
Il lupo spalancò la bocca e in un solo boccone inghiottì i due nonni.
Bianco” farfugliò il lupo con ancora la bocca piena.
Bianco” rispose il concorrente in tv.
E bianco è la risposta esatta – gridò trionfante il presentatore – cinquecentomila euro. Lei ha vinto cinquecentomila euro!”.

TOC TOC
Lupo bussò alla seconda villetta.
Si sentì una voce femminile: “Come al solito hai sempre da fare, troppo lavoro, tanto che non puoi neanche aprire la porta, eh Antonio? Sarebbe stato meglio che tu fossi andato in pensione, così almeno ora potevamo goderci un po’ la vita. E invece no. Hai voluto il bonus e a me tocca sempre andare in giro da sola”.
Una bella signora bionda, ben pettinata, truccata, con una smaccata abbronzatura da lampada aprì l’uscio.
Desidera?” chiese guardando con ribrezzo quell’essere tutto peloso. Lupo non perse tempo, spalancò la bocca e addio nonna Donatella.
Due minuti dopo era nello studio di nonno Antonio. L’uomo era sommerso da pile di carte e cartelline e, sentendo arrivare qualcuno, alzò rapidamente gli occhi e poi altrettanto rapidamente li abbassò rituffandosi tra le sue scartoffie.
Oibò, Donatella – osservò – dovresti curarti di più. Sei diventata troppo pelosa”. E furono le sue ultime parole prima di finire nella pancia del lupo.

La porta della terza casa era aperta. Ma Lupo bussò comunque.
TOC TOC
Sì? Vieni su, in camera, che sto chiudendo le valigie. Sei in anticipo – gridò nonna Emma – Comunque sono quasi pronta per la partenza, Egidio”.
Lupo fece le scale a tre gradini alla volta e in un battibaleno fu in stanza pronto a divorare anche nonna Emma.
E cinque.
Dopo una simile abbuffata di nonni, Lupo pensò bene di mettersi a letto e aspettare lì la piccola e ignara Cappuccetto Rosso.

Di lì a poco arrivò Cappuccetto.
Cappuccetto – disse Lupo con voce da femmina – vieni su che sono a letto a schiacciare un pisolino”.
La bambina salì in camera e come era suo solito si andò a sedere ai piedi del letto.
Nonna – esclamò stupita – che orecchie grandi che hai!
È per sentirti meglio” rispose il lupo.
Nonna – continuò Capuccetto – che occhi grandi che hai!
È per guardarti meglio, piccina mia
Nonna, che bocca grande che hai – e poi aggiunse dubbiosa – il chirurgo plastico non doveva essere granché se ti ha conciato a questa maniera!
Sfacciata!” replicò il lupo che inghiottì in un solo boccone anche Cappuccetto.
Adesso non restava che aspettare il temibile Cacciatore e poi, manuale alla mano, Lupo sarebbe diventato un vero lupo cattivo.

Passò mezz’ora, un’ora, un’ora e mezza, due ma del Cacciatore nemmeno una traccia. Lupo pensò allora di scendere in giardino. Passando di lì il Cacciatore doveva per forza vederlo. Rotolò giù per le scale e si trascinò in ginocchio fino ai cespugli di rose.

Accidenti! come pesavano sullo stomaco quei cinque nonni con nipotina.
Un quarto d’ora dopo arrivò il temibile Cacciatore con il suo segugio Fido.
L’uomo, armato di coltellaccio e fucile, non notò però il lupo in mezzo alle rose e tirò dritto.
Allora Lupo, stanco di aspettare, lo chiamò.
Cacciatore, cacciatore?”.
Sì? Che succede?” chiese l’uomo “Ah, vedo un bel lupo tra le rose con il pancione pieno”.
Pieno di cinque nonni e una nipotina” disse fiero Lupo.
Il temibile Cacciatore annuì e fece per andarsene.
Dove te ne vai? – gridò Lupo preoccupato – Devi aprirmi la pancia e salvare i nonni e Cappuccetto, se no non posso diventare ufficialmente un lupo cattivo”.
Non se ne parla proprio!
Perché?
Perché i lupi sono una specie protetta e non possono essere cacciati
Ma come?
La legge lo vieta. E io non voglio finire in galera
Ti prego” l’implorò Lupo.
No!, mi dispiace la legge è legge ed io osservo le norme – e rivolto al suo cane – Vieni Fido, andiamo, che magari oggi siamo fortunati e troviamo nel bosco qualche animalista da impallinare”.

Lupo scoppiò in lacrime disperato.
Suvvia non piangere, cherie, pensavi che non sarei più arrivato? Ho fatto tardi ma il tuo Egidio è qua”. Nonno Egidio porse a Lupo un fazzoletto. Era appena sceso dalla sua limousine.
Sai – disse sistemandosi gli occhiali sul naso – credo che stavolta il chirurgo plastico abbia esagerato, che quasi non ti riconoscevo”.
Ma io sono Lupo, non sono nonna Emma”.
Ah, dicevo io. Mi scusi. Sa dirmi allora dov’è la mia gentile Emma?”.
Lupo raccontò a nonno Egidio tutta la sua storia chiedendogli aiuto.
Capisce? Se non tira fuori dalla mia pancia tutti, io non potrò mai diventare un lupo cattivo. È tutto chiaro?”.
Nonno Egidio annuì, afferrò il muso di Lupo, ne aprì la bocca e ficcataci la testa dentro chiamò nonna Emma.
Emma, mia dolce Emma, sei lì?
Tesoro, sì. Per fortuna. Tiraci fuori di qui, svelto” gridò Emma con tutte le sue forze.
Egidio non se lo fece ripetere due volte. Sollevò il lupo e lo ficcò nel bagagliaio della sua auto. Poi, messosi al volante, si diresse verso l’ospedale.

Adesso signor Lupo stia fermo e tranquillo. Le calerò giù per la gola questo tubo così vediamo cosa c’è nel suo stomaco e la liberiamo subito dal suo peso” disse la dottoressa mostrando a Lupo il tubo per fare la gastroscopia, cioè l’analisi dello
stomaco. Il lupo era disteso su di un lettino d’ospedale, ricoverato in pronto soccorso. Nonno Egidio gli teneva la zampa e cercava di rassicurarlo mentre la gastroenterologa, il medico che cura lo stomaco, estraeva dalle sue fauci ad uno ad uno i cinque nonni e la loro nipotina.
Una volta sollevato da tale peso, Lupo fu subito dimesso dall’ospedale con una ricetta piena di vitamine e integratori da prendere regolarmente tutti i giorni e l’invito a ritornare dopo un mese per fare gli esami del sangue.
L’animale, appena uscito dal pronto soccorso, si accasciò a terra e riprese a piangere.
È stato un fallimento – frignava – sono un fallimento. Non sono neanche in grado di tenere alto l’onore della famiglia – mordendosi la lingua - non sono e non sarò mai un lupo cattivo”.
Non fare così! – gli si avvicinò Cappuccetto Rosso per rincuorarlo – Vedrai, ce la farai – e gli diede una pacca sulla spalla, aggiungendo – e ricordati che, dopo tutto, domani è un altro giorno”.

Commenti

  1. Salve, lavoro per la libreria, "Guida" di napoli, al settore ragazzi. Vorrei in qualche modo poterla contattare. Le lascio il numero di telefono della libreria caso mai non volesse pubblicare un suo eventuale recapito.
    Il numero è 081/5560170, la saluto

    Claudia Mezzacapo

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